Complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno

  • Indirizzo
    86071 Castel San Vincenzo IS, Italia - Castel San Vincenzo

Le origini storiche del monastero di S. Vincenzo al Volturno si possono ritrovare del famoso Chronicon Vulturnense, un codice miniato redatto in scrittura beneventana intorno al 1130 dal monaco Giovanni.
Ad oggi il Chronicon Vulturnense, conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, costituisce una preziosissima miniera di informazioni per lo studio del monastero di San Vincenzo al Volturno.
Stando proprio al Chronicon, il monastero fu fondato da tre nobili beneventani, Paldo, Taso e Tato.
In realtà nello stesso posto già esisteva un oratorio dedicato a San Vincenzo, fondato dall'Imperatore Costantino.
L'area su cui fu edificato il cenobio di San Vincenzo era stata precedentemente interessata da un insediamento romano, che fu caratterizzato dalla realizzazione di una chiesa affiancata da un'area funeraria.
Il monastero raggiunse la sua massima espansione durante il IX secolo: gli abati Giosué, Talarico ed Epifanio trasformarono il cenobio in una vera e propria città monastica, avviando allo stesso tempo importanti progetti di costruzione.
Il monastero arrivò così ad ospitare circa 350 monaci, comprendendo ben dieci chiese e possedendo terre in gran parte dell'Italia centro-meridionale.
Nella seconda metà del IX secolo, invece, tre eventi segnarono negativamente le sorti e la relativa ascesa del monastero.
Nell'848 un terremoto danneggiò gravemente alcuni edifici dell'abbazia. Nell'860 questa venne minacciata dall'emiro di Bari, Sawdan, che si fermò solo dopo la consegna di un tributo di 3000 monete d'oro.
Nell'881 un nuovo gruppo di Arabi, al servizio del duca-vescovo di Napoli Atanasio II, attaccò il complesso monastico saccheggiandolo e incendiandolo.
Alla fine del saccheggio, alcuni monaci superstiti riuscirono a fuggire a Capua, altri vennero portati via prigionieri dagli assalitori.
Alcuni dei monaci rifugiatisi a Capua tornarono alle rive del Volturno per tentare di ricostruire il cenobio.
Tale ricostruzione si concretizzò alla fine del X secolo, sostenuta, anche politicamente ed economicamente, dagli imperatori tedeschi Ottone II e Ottone III. 

Visiting the archaeological area of ​​San Vincenzo al Volturno will allow you to project yourself into an era of profound faith and spirituality.
To rediscover a world organized according to well-defined rhythms, but also at the mercy of political and war events. The Middle Ages, in all its forms. 
The monastery of San Vincenzo al Volturno is revealed to the visitor little by little, along the banks of the river that has accompanied its fortune and misfortune over three centuries. 
The monastery of San Vincenzo al Volturno was built along the banks of the Volturno River in the fertile Piana di Rocchetta. 
In this same place, during the eighth century, three Beneventan nobles, Paldo, Taso and Tato, decided to build a new monastery to devote themselves to a life of meditation and prayer.
It is thanks to the Chronicon Vulturnense, an illuminated manuscript written around 1130, that we can reconstruct the main historical events and the alternating fortunes of the monastery. 
In 787 San Vincenzo became one of the most important European abbeys thanks to the privileges granted by Charlemagne. 
In the following century, it reached the size of a real monastic city under the guidance of the abbots Giosué, Talarico and Epifanio at that time the monastery owned 10 churches, lands in much of central-southern Italy and a community of 350 monks lived there.

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